Twerps live at Rough Trade NYC

Range Anxiety, il quarto album dei Twerps, è per me uno dei dischi più belli usciti in questa prima parte dell'anno (ne avevo già parlato qui), e quindi muoio dalla voglia di ascoltare finalmente la band australiana dal vivo. Aspettando di raggiungere la spiaggia del prossimo Beaches Brew, rendo l'attesa meno struggente con un report da Brooklyn, dove Valeria di TheTreesOfDreaming qualche sera fa ha avuto la fortuna di vedere i Twerps in azione e mi ha spedito questa istantanea:

Twerps live at Rough Trade NYC

Il Rough Trade NYC è la mia venue per concerti preferita di tutta New York. Sarà per quei soffitti alti, che danno un sacco di respiro, o per il negozio di dischi annesso, con la zona rialzata dove puoi stare seduto a lavorare, con il wifi e pure il ping-pong. È un po’ un’isola felice, rimasta intatta in questa parte di Williamsburg dopo che il ciclone VICE ha portato via Death By Audio e Glasslands. Questa sera la sala, immersa in una luce verde, è piena ma lontana dal sold-out. Arrivo con calma, prendo una birra e riesco a sgattaiolare in prima fila proprio mentre i Twerps iniziano a settare il palco. Il cantante Marty Frawley ci saluta con una forzata pronuncia americana e subito dopo ci informa che “ok, questo è tutto quello che so dire”. La sala ride. Sento che qualcuno gli fa il verso con accento australiano e ora è Frawley a essere divertito. Dicono che non sono abituati a questa folla dato che vengono da posti piccoli e con densità di popolazione ridicola, e fanno tenerezza dato che la “folla” non è di certo così numerosa. Soundcheck rapido con House Keys, il pezzo strumentale che apre il loro ultimo lavoro, Range Anxiety. Attaccano con quella che, dice Marty, è la prima canzone che abbia mai scritto, e che parla di come “the relationships are all about compromises”: I Fought Fings, dalla cassetta The Twerps del 2009. Tutti e quattro sono timidi e un po’ a disagio. Il bassista Gus Lord terrà lo sguardo fisso sulle scarpe per tutta la durata del concerto. Quello che esce dalle casse però è incantevole. Ancora una volta Rough Trade da lodare per il suono sempre perfetto.
Twerps live at Rough Trade NYC
Le luci passano da verdi a rosa, i Twerps suonano tre pezzi in fila dal nuovo disco: Adrenaline, I Don’t Mind e Back To You, che porta in questa fredda serata newyorkese un caldo vento estivo, e viene voglia di birre in spiaggia alle sette di sera. Wait Til You Smile, dall’ep Underlay, strappa un sorriso a tutti nella sala. Marty cerca di apparire disinvolto con scarsi risultati, si concede il gesto di leccare il microfono, voleva passare per ribelle ma rimane inesorabilmente twee. Dopodiché la scaletta prosegue pescando da tutti e quattro gli album della band australiana, Raft e Shoulders portano in primo piano la voce di Jules McFarlane che intona la sua cantilena fragile e infantile. Tornano a scuoterci con Hypocrite, le luci si fanno di colpo intermittenti, gialle e rosa, e sembra che anche i Twerps non se lo aspettassero. I fratelli McFarlane alzano sorpresi la testa, si guardano e ridono. Sugli ultimi quattro pezzi c’è confusione, parlano tra di loro sul palco: “we’re sorry we don’t know what we’re doing”. La scaletta è stata oggetto di discussione - tanto che Marty e Jules affermano con molto candore di avere litigato poco prima di salire sul palco. Infatti, quando alla fine del concerto acchiappo un foglietto con la setlist, noto che è stata cancellata e riscritta svariate volte, con penne e grafie diverse. Siamo agli ultimi pezzi. Durante Seasonal Feelings, il penultimo, vorrei ci fosse un po’ più coinvolgimento da parte del pubblico, mi accorgo che ballano poco questi americani: ma che fate, ma vi deve insegnare un’italiana come si fa festa? I Twerps intanto chiudono con Strangers e sotto il palco ce la godiamo tutta, gli ultimi raggi di sole di cui è meglio fare scorta per poter affrontare il prossimo mese: la primavera da queste parti è ancora parecchio indecisa.

(mp3) Twerps - Back To You

Twerps live at Rough Trade NYC

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